Carnevali alpini

Carnevale e Manhin

Nelle valli occitane le occasioni di festa sono state sempre legate ai riti arcaici della rinascita: quasi ogni villaggio festeggiava il Carnevale, che non aveva solo l’attuale significato cristiano, ma portava con sé la celebrazione dell’arrivo della primavera. Tra i più spettacolari vi era quello del Villar di Acceglio in Val Maira, che vedeva sfilare un corteo in cui il Carnaval, re della festa, era scortato da due Arlecchini in costume bianco riccamente decorato con nastri e coccarde colorate, fiori, spighe ed altri simboli di fertilità. I due lo difendevano dalla sua più grande nemica, la Quaresima, tenendo in mano una spada e facendo una danza propiziatoria. Il Carnevale veniva processato con l’accusa di aver corrotto i giovani, insidiato le donne e turbato la quiete: condannato a morte, era fucilato, destinato a risorgere dopo un anno. Sempre a Carnevale comparivano i Manhin, stagnini che col volto tinto di nero si divertivano a fare scherzi ai compaesani. Uno dei pochi carnevali sopravvissuti si svolge ancora oggi a Champlas du Col presso Sestriere: come quello di Acceglio, vede la presenza delle Barboire, mascheroni realizzati con piume, pelli e legno.