Catari

Catari e albigesi

Le terre di lingua occitana hanno visto nei secoli la coesistenza di diverse fedi. Il catarismo, giunto in Europa nel 1100, proveniva dall’Asia Minore: la contrapposizione tra bene e male, spirito e materia, con la strenua affermazione di un ideale di purezza, ribadita dal nome greco catharos, puro, ne caratterizzava la dottrina. L’eresia era detta albigese dal centro di irradiazione Albi: i seguaci, che amavano chiamarsi bons òmes, conducevano una vita di rigorosa povertà, in contrasto col lusso e la corruzione imperante nella chiesa cattolica. La fede catara rappresentava un pericolo per l’ortodossia, perciò a partire dal 1180 fu indetta una crociata per debellare l’eresia, mentre il re dei Franchi creava l’Inquisizione, per torturare e ardere sul rogo gli infedeli, assediando i castelli in cui i catari avevano trovato rifugio, come la fortezza di Montsegur, distrutta nel 1244. Alcuni riuscirono a mettersi in salvo fuggendo verso la Svizzera, ed è attestato il loro passaggio in Piemonte, specie a Roccavione e Monforte d’Alba.