Musica e danze occitane

Musica occitana

Nel corso del XIX e XX secolo, la musica occitana vive una’involuzione, destinata alla mera esecuzione, spesso snobbata e disprezzata, di antichi brani tradizionali. È solo alla fine del XX secolo, con la rinascita della coscienza dell’identità occitana, che essa conosce una nuova stagione di popolarità, consensi e soprattutto di creatività. Oggi la musica occitana rappresenta un fenomeno sentito e apprezzato non solo sul territorio occitano, conta molti musicisti e stuoli di ballerini che partecipano ai numerosi concerti.


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Le danze delle valli

Correnta

Tra le danze più caratteristiche delle valli vi è senza dubbio la correnta (dal verbo occitano correr, correre, scorrere) caratterizzata dalle fasi meira, balar e virar. Sarebbe nata dalle danze rinascimentali e presente con passi diversi in ogni valle: la più famosa è la correnta della Val Vermenagna. Famosa è anche la correnta della valle Varaita, oltre alla variante correnta de Costilhòlas, Costigliole Saluzzo. Anche la Val Chisone possiede una varietà di correnta, resa celebre dalla canzone La vacha malha; recentemente è stata anche recuperata una correnta della val Po. È originale la correnta d’la Ròcha di Roccabruna in Val Maira, caratterizzata dal battito delle mani e da passi di polka laterale.

Balet

Il balet è una danza che può essere a se stante o chiudere altri balli: tipica delle Valli Vermenagna e Varaita, presenta passi lievemente differenti.

Giga

La giga, diffusa in tutta Europa dal XVI secolo, è originaria della Val Varaita, da dove giungono le danze più arcaiche e caratteristiche; qui è nota nella variante giga vitona, cioè del montanaro. 

Contradança

La contradança, tipica della Val Varaita deriverebbe dalle country dances inglesi, danze che si facevano nelle corti nel XVI secolo; il nome potrebbe derivare però anche dal fatto che i ballerini tornano sui propri passi, danzando quindi in senso contrario.

Tressa

La tressa, tipica delle valli Varaita e Po, è una danza in cui le coppie danzando si intrecciano tra loro; è spettacolare quando aumenta la velocità.

Cadrilha

La cadrilha, danzata da quattro coppie, è originaria della Val Varaita e risalirebbe al periodo napoleonico.

Guiona

La guiona, tipica della Val Varaita, è una danza molto rara, e ne esistono diverse melodie con testi molto semplici, così da poter essere ballate alla chantarela (cantando).

Granda giga

La granda giga è tipica della Castellata: qui il nome giga non indica solo la singola danza, ma anche una serie di quattro danze unite insieme. È composta da: Giga, Borrea, Tor (detta Pontarella a Bellino) e Balet, e si balla in un numero di coppie pari perché tutte le danze sono eseguite da quattro persone alla volta.

Vielha

La vielha, detta anche borrea vielha, era conosciuta soltanto a Sampeyre. Si tratta di una danza molto raffinata, durante la quale i ballerini non si toccano: si danno la mano soltanto nella figura "cul", molto originale. 

Strumenti musicali occitani

La ghironda

La musica occitana nasce con i trobadors, colti compositori di mots e son, parole e musica, le cui composizioni venivano eseguite da jogladors o joglars, giullari e musici che si accompagnavano con vari strumenti. Nata nel nord Europa nel XI secolo, la viella, viola o ghironda produce le vibrazioni della corda non più pizzicandola ma sfregandola con una ruota, ed è anche il primo strumento cui si applica il principio della tastiera. In origine era detta organistrum ed era suonata da due musicisti, deputati a girare la ruota e schiacciare i tasti; in seguito un solo esecutore svolgeva entrambe le operazioni. Dopo il periodo d’oro di trobador e Arcadi, fu destinata ad artisti di strada e mendicanti ciechi, da cui derivò il soprannome di viola da orbo.

Cornamuse, flauti e tamburi

Detta in occitano piva o chabrèta, capretta, poiché necessitava come materiale di costruzione di una pelle di capra, era antico ed economico strumento di pastori in tutta Europa. Appannaggio dei pastori erano anche i flauti, realizzati con legno di salice: potevano essere a becco, traversi o galobet. Questi flautini avevano soltanto tre buchi per poter essere suonati con una sola mano, mentre l’altra impugnava il battente del tamborin, alto tamburo provenzale a base tonda, che si portava appeso al braccio. In Guascogna era invece più diffuso il tamburo detto timpanon o ton ton, dalla cassa lunga e piatta dotata di sei o otto corde. 

Violini e scacciapensieri

Il violino sostituisce a partire dalla seconda metà del XVI secolo alcuni tipi di archi dal nome evocativo: la viola d’amore o marina e quelle da gamba e da grembo. Usato per accompagnare le danze di corte, nel XIX secolo si impone anche nelle valli grazie ad alcuni suonatori locali, fra cui celebre è la figura del sampeyrese Josep da Ros: il violino veniva suonato appoggiandolo non nell’incavo del collo secondo l’uso attuale, bensì sul petto. Era diffuso nelle valli anche l’arebebo, scacciapensieri, il cui suono è prodotto dalla vibrazione della linguetta di metallo che lo forma, amplificata dalla cavità orale.

Semiton o fisarmonica?

Nel 1829 a Vienna, aggiungendo all'armonica a bocca un mantice e una serie di bottoni, viene creata l’armonica a mantice. In essa le note cambiano a seconda che si apra o chiuda il mantice: l’antenato è il semiton, fisarmonica semidiatonica, oggi soppiantata dall’organetto diatonico. Esso arriva nelle valli alla fine dell’Ottocento e incontra un grande successo popolare, sostituendo il violino nell’accompagnamento dei balli. Nel Novecento subirà a sua volta la concorrenza della fisarmonica cromatica, la fisa. Fra gli storici suonatori delle valli Juspin Sezet e Joan Bernardi della Val Varaita, Joan‘d Servelh della Val Germanasca e Nòto Vallauri della Val Vermanagna, anche costruttore.