Trovatori

L'età d'oro dei trovatori

Già dall’anno Mille l’occitano conobbe una stagione letteraria straordinaria grazie al movimento dei trobadors. Il termine deriva dal verbo occitano trobar, creare una melodia e una lirica, dal latino tropare, comporre un tropus, cant, e il primo trovatore noto è Guilhem de Peitieus, ovvero Guglielmo IX d’Aquitania, (1071-1127). La lirica trobadorica è essenzialmente esaltazione dell’amore spirituale verso la dama, concezione detta fin’amor o amor cortese, poiché la filosofia di vita che ispirava i trovatori era fondata sulla cortezia. Per i trovatori l’amore era uno stimolo per il miglioramento morale, al fine di rendersi degno dell’amata. Il fine del trovatore era conquistare valori come pretz, pregio, largueza, generosità d’animo, convivencia, tolleranza, jovent, giovinezza del cuore e dello spirito, mezura, autocontrollo, humilitat, umiltà, sen, senno. I trovatori provenivano da tutte le classi sociali e non mancavano le donne, le trobairitz; per essi non esistevano le differenze di ceto e si sentivano uniti da un senso di fratellanza detto paratge.

Il trovatore era spesso soltanto il compositore di mots e son, parole e musica, che venivano eseguite da un joglar o joglador, giullare che si accompagnava con organistrum o symphonia, antenato della ghironda, o con strumenti a corda come la viella. Diversi erano i generi praticati, dalla canso amorosa al sirventes politico o morale, alle composizioni per esaltare il valore del proprio signore. Tre gli stili praticati: trobar leu, lieve, fluido, scorrevole; trobar ric, ricco, dal gusto per l’ornamentazione; trobar clus, chiuso, aspra, oscura, che predilige l’allegoria.

I trovatori prestavano la propria opera presso nobili mecenati, e talora rimanevano per tutta la vita al servizio di un solo signore: più spesso si spostavano periodicamente da una corte all’altra, affrontando anche lunghi viaggi. L’occitano era all’epoca lingua internazionale, e si poetava in lingua d’òc anche al di fuori delle attuali zone occitane, in Spagna, Grecia e Italia del Nord: fra i trovatori italiani si ricordano Sordello da Goito, Bonifacio Calvo e i piemontesi Peire Guilhem da Luserna e Nicolèt de Turin. Dettagli sui trovatori giungono dalle vidas, brevi biografie in prosa presenti nei canzonieri: la loro attendibilità non è certa, perché la maggior parte furono composte in Italia nel 1220-1230, molte da Uc de Saint Circ. Altro breve componimento in prosa era la razo, ragione, che specificava le circostanze di una particolare composizione.

I trovatori in Piemonte

Visita la mostra su I trovatori in Piemonte che pone l’attenzione sulla produzione poetica in occitano nel Piemonte del 1200 e 1300, quando numerosi trovatori giunsero d’oltralpe a soggiornare nelle principali corti locali, e un piccolo gruppo di nobili e poeti autoctoni si dedicò alla composizione in lingua d’òc.